Woman Jeckyll e Mrs Mummy

Il tema non è originale, anzi! Non c’è occasione di luogo e tempo in cui due o più donne non ne parlino tra loro. Sconvolte, arrabbiate, deluse, sorprese, raramente in pace con se stesse: fare un figlio.
Immagino che diversi anni fa non ci fosse un bel niente di cui parlare: la gente si sposava e faceva figli. Non credo che i nostri genitori, i padri in particolare, si fossero mai interrogati fino alla sfinimento, come è in uso fare ora, sul senso di “paternità”.
I figli si FACEVANO. Poi si era giudicati come genitori: attenti, disattenti, assenti, permissivi, severi. Ma l’azione precedeva le estenuanti sedute psicanalitiche che accompagnano la vita quotidiana delle coppie moderne.
LEI “ Voglio un figlio” LUI “Non mi sento pronto” Lei “ E quando lo sarai? Ho già 33,34,35,36,37, etc anni” LUI “ Non escludo l’idea ma ora non è il momento” LEI “ E perché no??” LUI “ Non abbiamo la sicurezza economica, dobbiamo ancora comprare casa, siamo già troppi al mondo, sono troppo giovane (????), etc..” LEI Ho 33,34,35,36,37, etc anni…” LUI “ Il tuo è un ricatto psicologico! Vuoi mettermi fretta, mi sento pressato!” Potrei continuare all’infinito.
 Analizzando lo schema base della conversazione tipo “voglio un figlio-io no”, emergono almeno tre elementi fondamentali:
1)  Nella stragrande maggioranza dei casi lei vuole un figlio, lui no
2)  Lei sente il passare inesorabile del tempo, lui no;
3)  Il parlare di fare un figlio mette in fuga lui, figurarsi il farlo…!
Il grande fantasma che aleggia su tutto è l’orologio biologico che con il suo tic, tac, tic tac inesorabile ricorda a noi donne che il tempo per fare i figli non è eterno, essendosi già spostato troppo in là per una serie di cause che tutte conosciamo: studio, lavoro, ricerca del lavoro, ricerca della propria autonomia (economica, professionale, personale)… Orientativamente a fare solo la metà di queste cose ci si ritrova  su per giù a 35 anni…!!
Ed è realmente triste pensare alla fretta che possa venire di riempire la culla vuota, a quanto ciò spaventi, forse giustamente, lui che fino all’altro giorno ci ha visto sognare una bella vacanza in un posto caldo oppure cambiare l’arredamento del salotto. Poi scatta il tic tac..e ci trasformiamo in Woman Jackyll e Mrs Mummy. E lui scappa, si spaventa: all’improvviso irrompe un impegno (e che impegno!) non pianificato, non previsto, non considerato. Oddio!!!
“Non sei più la stessa, mi soffochi, non parli d’altro” sono le frasi successive…
Per me è la solita storia dei tempi c.d. “moderni”: si parla, parla, parla, si parla, si analizza, si sviscera, si discute di ogni cosa. Anche di quelle che andrebbero solo fatte. Si voglio creare concetti moderni, come quello di “paternità “ che non può essere il corrispettivo di maternità, che diventano oggetto di elucubrazioni mentali infinite in cui due parlano, si scontrano e non succede niente.
Il mio sogno è che quando dovrà  succedere non si parli. Di niente. Ma che lo si senta.
                                                                                                                        J.

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