La borsa Chanel

Da oltre venti anni, ne ho quarantaquattro, cerco di collocarmi nel mondo del lavoro. Senza alcun successo. Sono laureata, ex avvocato e, volente o nolente, nel mio curriculum vitae compaiono tante e diverse esperienze lavorative. Tutte di breve durata, tutte abbastanza deludenti. Ho fatto la cameriera, la volantinatrice, la baby sitter, ho dato ripetizioni. Ho fatto la segretaria, l’avvocato, l’articolista per delle testate giornalistiche online. Sembra più una canzone dello ‘Stato Sociale’ ( e fai il laureato, e fai il caso umano…) ma è la realtà. Quando però chiamo per lavorare come cameriera non mi prendono perché sono avvocato, e se cerco come avvocato, non mi prendono perché non sono stata solo un avvocato. Che poi, a dire il vero, il perché non mi prendono non lo so quasi mai perché nessuno risponde alle mail inviate per offrire una collaborazione professionale. I curricula inviati via posta sono solo dei messaggi in una bottiglia lanciata in mare: vanno tutti persi.

Il percorso di studi intrapreso da giovane sembra marchiarti a vita e non ti è consentito cambiare strada. Nessuno ti insegna più niente: arrivi in uno studio legale e ti mandano al macello in udienze che neanche il dominus sa affrontare. Scrivi per dei giornali senza aver mai visto una faccia o sentito una voce: le indicazioni arrivano via posta elettronica, scrivi, invii il pezzo, arrivederci e grazie. I miei articoli non vengono mai corretti o modificati, e non ci vuole una mente superiore a capire che non è perché sono la nuova penna d’oro del giornalismo italiano. Ormai basta un livello discreto di italiano per scrivere sul web, se lo hai buono sei automaticamente un genio.

Sono sempre stata abbastanza brava in tutto ciò che mi sono impegnata a fare ma ho sempre invidiato chi nasce con una vocazione, chi insegue un unico sogno nella vita, chi conosce, fin da subito, la strada che vuole percorrere. Io, la mia, l’ho scelta un pò per caso, senza reale passione: non ho mai sentito dentro di me ‘la chiamata’, non ho trovato la ghianda di Hillman, non so ancora per cosa sono nata. Mi piace leggere e scrivere ma non sono riuscita a trasformare le mie passioni in  qualcosa che andasse aldilà di leggermi un libro in salotto dopo cena. Vorrei far sentire la mia voce, vorrei sentirla io, prima di tutti, la mia voce. Mi servirebbe una mela in testa, una idea, un guizzo che mi per mettesse di uscire da questo pantano di disoccupazione e insoddisfazione.

Tanti anni fa, appena scoperto il mondo di ebay avevo fatto quello che, all’epoca, consideravo l’acquisto della vita: una Chanel bianca. Prezzo 120 euro. Ovviamente era falsa ma l’ho capito solo anni dopo. Io l’ho comprata pensando fosse vera, come premio per il mio esame di stato, come portafortuna per una vita professionale che mi si spalancava davanti. In occasione di una festa l’ho prestata ad una amica con la promessa che la tenesse come una santa reliquia ed invece, la mia borsa, è finita graffiata e rovinata ad opera di chi, a differenza mia, aveva capito che era solo un sacco in ecopelle. Io provo pena per quella borsa e per la ‘me stessa’ di quel tempo passato. Con la voglia ingenua di farcela, di riscattare anni di sacrifici, di trovare una collocazione nel mondo. Dopo venti anni ci penso ancora a quella vecchia Chanel buttata nella pattumiera dopo una festa in spiaggia e, a giorni, mi sento come lei.

J.

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