Rompere le palle 1

– Insofferenza

Aspettavo delle amiche davanti ad un negozio e me ne sono andata.Dopo un ritardo di venti minuti e una serie infinita di messaggi “Aspettatemi” e “Sto arrivandooo”, non ho avuto voglia di aspettare oltre. Non lo avevo mai fatto prima: il diktat in casa mia è sempre stato rispetto/educazione/precisione. Ho capito, a 42 anni, che è giusto che queste cose siano rivolte anche a te. E me ne sono andata senza neanche un messaggio.

– Aspettative

Inizio a credere che, dopo una certa età, l’Amicizia non esista più. Sarà un caso che, dopo una serie innumerevole di incontri, i pochissimi amici che rimangono al tuo fianco li abbia conosciuti nell’infanzia o, al massimo, nell’adolescenza? Da giovane non accettavo questo assioma ed ero sempre alla ricerca dell’amica o amico ideale, con cui rivivere il sentimento assoluto di fedeltà e lealtà di cui mi ero nutrita leggendo cose come “L’amico ritrovato” o “I ragazzi della via Paal”. Tanti anni dopo, e una lunga lista di persone conosciute, amate e perse in tempo record, sono quasi convinta che “da grandi” si abbiano solo conoscenze dettate da esigenze contingenti: single se si ha appena divorziato, coppie con figli se si ha prole, colleghi di lavoro o di università se si bazzica in questi ambienti. Come nelle caste indiane, la divisione di ruoli è rigida e devo ancora vedere una single e una mamma di famiglia uscire insieme e frequentarsi assiduamente, a meno, per la precisione, non si conoscano da una ventina d’anni.

– Precisione

Mi è stato gentilmente proposto un lavoretto da svolgere al computer. Il tutto si è svolto in maniera disinvolta e colloquiale: “Ti andrebbe di scrivere tot articoli per tot giorni alla settimana?”. “Ok- ho risposto- ma per quanto tempo e con che retribuzione?”…” Sì, poi vediamo …!”. Ho pensato che, alla semi-proposta orale, dovesse seguire quanto meno una email per formalizzare la proposta fattami e ho scritto. “Ok, poi ci aggiorniamo”, la risposta. Forse ho rotto le palle.

-Rompere le palle

C’è chi rompe le palle e non piace a nessuno (o, ottimisticamente a poca gente) e chi non le rompe mai. Persone sorridenti e con una calma zen che del mantra “Vivi e lascia vivere” ne hanno fatto una ragione di vita. Beati, darei un rene per essere come loro! Resilienti e tranquilli si fanno scivolare le cose addosso e non prendono mai il toro per le corna. Magari arrivano in ritardo e scazzano la telefonata promessa ma, di buono, c’è che quando succede a te non fanno una piega, rimanendo accoglienti ed empatici. A me ha rovinato l’aver frequentato troppe maestre in famiglia: la funzione migliorativa nei confronti degli altri era un must. Da ragazzina la mia linea telefonica era bollente: adolescenti in crisi ad ogni ora. Consigliare, aiutare, guidare…dovevo smetterla negli anni ’90. Ora ho finito per rompere a tutti le palle!

One comment on “Rompere le palle

  1. Reply Mariuccia Nov 23,2017 22:15

    Ottimo!!

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