Una donna in carriera

Quante trentenni Tess McGill ci sono al mondo?? Cresciute con il mito della donna in carriera che sfida le avversità e, armata di tacchi e di una buona dose di faccia tosta e competenza, dopo le naturali difficoltà che danno pepe alla storia, riesce ad affermarsi grazie alla sua intelligenza e preparazione?
Io ci ho creduto! In famiglia, a scuola, ovunque, l’imperativo era “ studia e dimostra chi sei!”… “ Il cavallo vincente si vede all’arrivo” mi ammoniva mia zia!
E allora giù sui libri, di corsa a scuola e poi all’università, per poi buttarsi nella pista indiavolata del mondo lavorativo…Ho la mia buona dose di faccia tosta e preparazione ma non è successo un granchè!
Si, si…c’è la crisi, siamo la generazione dei bamboccioni, degli sfigati, del “posto fisso che noia!”…ma la perdita dei sogni chi ce la ridarà indietro???
Bisogna dire GRAZIE di avere un posto di lavoro…ma a noi hanno fatto sempre credere che il lavoro non fosse solo una necessità, ma anche ciò che ci avrebbe realizzato nella vita, il campo di prova dove dimostrare quanto si vale, l’affermazione di noi stessi!
Molto di più del “portare la pagnotta a casa”! Noi dovevamo lottare per l’affermazione ed il successo!
Chi lo va a dire a Tess McGill che non sarà mai altro che la segretaria che vive all’ombra del capo, anche se è dotata di una intelligenza pronta e molto vivace?
Chi le dirà che, anche volendo e meritandolo, la sua vita non cambierà?
Questa è la mia versione amara dei fatti, e non sempre ho voglia di spolverarla di zucchero…
Però poi ci sono giorni in cui capita che ti imbatta nel tuo commercialista, che prima di essere commercialista è stato tappezziere, vetraio, operaio, etc, e che lui ti dica “ Non è finita finchè non è finita!”.
Forse allora, anche di me, in una mia improbabile biografia scritta, si dirà che prima di diventare una valente “qualche cosa” sono stata baby sitter, cameriera, volantinatrice, commessa!
E se invece a tutti noi trentenni ci avessero fatto credere una cosa sbagliata e che la propria realizzazione risiede in altro che non sia il lavoro?
Personalmente non ho mai inteso il termine “in carriera” come sinonimo di arrampicata sociale e soldi a palate, ma di svolgere un lavoro in cui credere, che possa appassionare , per usare un termine sfruttato “che realizzasse”.
Siamo ancora delle Tess McGill: lottiamo non più per il successo ma per la dignità lavorativa! Lottiamo per non ingrigirci, per non spegnere la fiammella…ma quanto vanno stretti i panni di comprimaria se una si sente, nonostante tutto, una donna in carriera!

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