Pronto, chi parla?

In studio, come ogni mattina, mi ritrovo ad imbustare lettere e fotocopiare atti…e la mia mente è sempre e comunque altrove.
Mi ritrovo così a pensare alla bella domenica pomeriggio passata a chiacchierare di libri, vita e sogni con il mio amico Massimo. Accocolati nel divano in quel pomeriggio nuvoloso che è stato ieri, abbiamo riso e scherzato delle relative difficoltà di lavoro e parlato dei viaggi che ci hanno visti protagonisti insieme nell’amato nord europa.
Ripercorso la bellezza di Stoccolma e immaginato un imminente, quanto improbabile, trasferimento nell’isola di Sodermalm a gestire un piccolo atelier-bistrot. (Specifico, per amore di precisione, che IO vivrò a Sodermalm mentre il mio amico non si sente di tradire la bellezza storica e misteriosa della piccola Gamla Stan).
E poi ancora chiacchiere sulla bellezza dello scrivere delle lettere, di cui noi siamo sostenitori accaniti, (ah il profumo della carta e il senso di felice attesa…), di gatti ( ah, la bellezza di coccolare morbidi batuffoli di pelo, di libri ( ah, se solo lavorassi una una libreria…!).
Dove sta l’eccezionalità di un pomeriggio trascorso così? Che Massimo vive ad Oslo e io gli parlavo dalla mia casetta persa nel Bel Paese. Eppure davanti allo schermo del pc le distanze sono state magicamente annullate.
Non è la prima conversazione che mi capita di fare su skype, eppure l’eccezionalità del pensare che veramente siamo connessi con il mondo, che le distanze fisiche possono essere abbattute con un click, per una volta, mi ha riconciliato con la tecnologia internettiana che tante altre volte, forse con fare eccessivamente conservatore, mi sembra snaturi i “veri” rapporti umani, riducendoli ad una grande nebulosa dove siamo tutti “AMICI”, senza esserci visti mai negli occhi.
La stessa pioggerellina fine che cadeva sul mio abbaino caratterizzava il grigio pomeriggio norvegese e per un attimo mi è sembrato che fossimo tutti e due lì. Dove? Nello spazio senza distanze che si chiama amicizia!
J.

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