Stili diversi

Sono una casalinga e, come tale, faccio le cose da casalinga: rifaccio i letti, attacco le lavatrici, stendo, spolvero, ingaggio una lotta quotidiana con le macchie sul pavimento.
In pagella mi do sei e mezzo ma se non avessi una duenne, con il suo bagaglio di briciole e giochi, che circola per casa il voto sarebbe più alto.
Quando scuoto lo straccio da spolverare o voglio osservare il cielo, mi affaccio dalla finestra e lo sguardo si fissa, come ogni giorno, sulle due finestre di fronte a casa mia. Due finestre identiche, anonime, solitamente chiuse, con tre fili per stendere ognuna.
Identiche le finestre ma non le persone che abitano in quelle case.
Quella a sinistra è l’emblema della sciatteria: da mesi (mesi!!!) da quei fili per stendere pendono un tappeto e due asciugamani che hanno visto sole, pioggia, vento e ogni altro evento atmosferico, senza che nessuno si sia preso la briga di ritirarli. Eppure in un angolino rimasto libero, quasi ogni mattina, viene steso qualcosa di nuovo.Evidentemente la casa non è disabitata, ma allora perchè lasciare stese per mesi tre cose che non è difficile ritirare.
La finestra a destra viene aperta e chiusa da una giovane donna, casalinga perfetta. A qualsiasi ora mi alzi lei è già avanti: sbattuto i cuscini, messe all’aria le coperte, steso con cura i panni lavati. Delle volte ci scambiamo una rapida occhiata di sfida, stile mezzogiorno di fuoco, ma lei ha già premuto il grilletto. Molto più brava di me.
Cosa avranno da dirsi queste vicine? Cosa hanno da dirsi le persone così diverse: la puntigliosa e la noncurante, la timida e la sfacciata, la carrierista e la scioperata?
In fondo però, la cosa che veramente mi colpisce di tutto ciò, oltre le riflessioni che ne possono derivare sulla sfaccettata natura umana, è che, per il solo fatto di avermi colpito la diversità di stile dei panni stesi, mi sono messa al computer a scriverci sù.
Mi ha colpito un fatto infinitesimamente piccolo, come la maggior parte delle cose che ci colpiscono nel corso della giornata, che mi ha fatto sorridere, riflettere, scrivere di due persone che neanche conosco ma che, dopo anni di panni stesi, non i sembra neanche più così.
Chissà se sarà capitato anche a noi di colpire una persona sconosciuta per come mangiamo un panino e camminiamo per strada.A seconda del punto di vista può essere inquietante o consolatorio: siamo meno invisibili di ciò che pensiamo.

J.

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