Ho incontrato una ragazza favolosa. Non che sia bellissima, ma il suo sguardo tradisce un’affascinante intelligenza. É colta, mondana, alla moda. La battuta sagace è il suo biglietto da visita e il suo sguardo critico coglie, con ironia, tutti i difetti della c.d. “buona società”.
Vive a Manhattan, e dopo gli studi in collegio, ha iniziato a fare la giornalista scrivendo per Vanity Fair e il New Yorker.
L’ammiro perchè è una donna indipendente e libera. Nonostante l’estrazione agiata ha preferito, giovanissima, andare a vivere in una stanza in affitto e per pagarsela suonava il pianoforte in una scuola di danza.
A New York frequenta, con mia grande invidia, artisti e letterati con i quali si riunisce nella sala da pranzo dell’ Hotel Algonquin, sulla 5th strada: “la tavola rotonda di Algonquin” dice lei, come se fosse normale pranzare e discutere con persone tanto interessanti!
Rido ai suoi racconti perchè, come nessuna, sa grattare via la superficie dorata del bel mondo e rivelarne le debolezze.
Ecco, davanti ai miei occhi, tutti i prototipi umani analizzati sotto la lente della sua cinica ironia: la finta liberale, la perfetta mogliettina, il pseudo intellettuale, la donna navigata, la coppia perfetta (che tanto perfetta non è mai!).
Mi piace il modo in cui coniuga mondanità e impegno civile. É sempre in prima fila nella lotta per i diritti delle donne e si spende senza riserva per la causa degli emarginati dalla società.
Non mi stanco mai della sua compagnia, capace sempre di tirarmi sù di morale.
E d’altra parte, da una che si è scritta come epitaffio “ Scusate se faccio polvere”, cosa volete aspettarvi?
Amici, vi presento con piacere la mia amica Dorothy Parker.
J.
Non ho ancora letto nulla di questa Autrice e colgo al volo il tuo suggerimento.
Come non fidarmi di te,che ho più volte apprezzato per la profondità e l’arguzia dei tuoi scritti?
Ti farò sapere qualcosa. A presto!
Gladys