Toga party?…no, addio toga!

Ho studiato Giurisprudenza per diventare un avvocato. Non ho amato questo corso di studi ma ho tirato dritto, affascinata da una figura professionale che credevo avesse, come suo fondamento, lo studio e la capacità di loquela.

Mi sono laureata regolare e ho passato, più o meno indenne l’infame periodo del praticantato, e finalmente, il 15 settembre del 2006, mi sono abilitata alla professione forense.

E da allora è iniziata la mia parabola discendente. Lo dico con il sorriso sulle labbra di chi sa di avere materiale per almeno dieci romanzi comici. Il sorriso di chi ha, in parte, somatizzato quello che è stato, per tanto tempo, vissuto come un fallimento.

In pochi anni, alla ricerca del miglioramento professionale, ho cambiato tre fori e quattro studi, insomma sono un avvocato di mondo! La mia esperienza abbraccia le isole come lo stivale, capi studio femminili e maschili, studi poverelli e altisonanti. La solfa è sempre la stessa: nella migliore delle ipotesi sei il collaboratore fidato di chi ti farà fare TUTTO senza che tu abbia merito di NIENTE. Nella peggiore delle ipotesi, potrà capitarti di incontrare: il vecchio bavoso che ci prova, il dominus che si è comprato il titolo, quello che ti darà il benservito per nepotismo e, ultimo fra gli ultimi, quello che ti mette a casa ad un mese dal parto.

Non voglio fare l’Oliver Twist del diritto, ci sono situazioni peggiori della mia!! Comunque ho detto basta. Non so se ci sarà un ritorno in campo dell’avvocato Jo in un futuro. Per ora mi congedo da un mondo che mi ha disgustato, per essere melodrammatiche, rotto le palle , per essere moderne.

Poco lieta degli incontri professionali avuti, distinti saluti.

J.

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