Orticaria 1

Sono mesi che passo le giornate a grattarmi. Non c’entra l’ozio nè la zanzara: mi è venuta l’orticaria.
Mi sveglio la mattina coperta di bolle rosse, la pelle inspessita, ho voglia di sfilarmela via e rimanere solo con i muscoli e le ossa.
Sono finita alla guardia medica, dall’allergologo, al pronto soccorso, in mano ad una pseudo omeopata, dal dermatologo. Ho dormito male, per terra, non ho dormito affatto.
Forse, grazie ad una pillola miracolosa, inizia ad andare meglio ma ho una fifa blu che possa ritornare.
Un medico mi ha chiesto se volessi uccidere qualcuno e che era comunque il caso lo facessi per liberare la mia pelle dal rossore della rabbia che compariva al mattino ( non vuoi affrontare la giornata?).
Sono un soggetto allergico, acari in special modo, chi dovrei uccidere? Eppure, avendo a che fare con le malattie, ci si trova sempre davanti ad una duplice strada da percorrere, un diverso modo di considerare il dolore: chi lo imputa, con piglio puramente scientifico, ad un problema “corporeo” e chi si rivolge alla psiche. Tutto è psicosomatico.
Io ci credo e mi sento in colpa perchè so che, a dispetto della persona tutta d’un pezzo che appaio in pubblico, il mio corpo ha sempre buttato fuori ciò che covava dentro. È un pò come andare giro nudi convinti di avere dei vestiti addosso.
Così ho iniziato a soffrire di gastrite da ragazzina (rospi da ingoiare) e poi di colite ( cosa mi gonfiava e dava crampi?). La morte di mia nonna mi ha portato un melanoma e un seppur breve fenomeno di alopecia ( perdevo le forze come Sansone?).
“Mi fa venire l’orticaria” si dice di una persona che non sopportiamo. Ma quale croce ho io da sopportare se dovrei dire grazie dalla mattina alla sera per la mia vita?
Voglio credere alla scienza,imputare la colpa all’insidioso esercito di esserini quasi invisibili che si annidiano nel materasso, nelle doghe del letto, sulle tende, nel divano e che si nutrono di me…maledetti!
Devono essere loro o la gramigna o le graminacee: sono loro!
Perchè se veramente mi stavo riducendo come mi sono ridotta per levarmi di dosso la mia pelle, allora me lo merito.
Merito di togliermela e regalarla a chi saprebbe vivere sereno con il tanto che ho.
J.