Lettera ad una figlia

Quanto rumore fuori: voci di persone che chiedono, parlano, si informano. Televisione accesa, la pioggia batte sui vetri. Giornate noiose che passano veloci.

Sono quasi sicura che puoi intuire tutto questo e, a maggior ragione, ti rintani ancora di più nel tuo angolo di tranquillità ; vicina eppure così lontana.

Ci siamo sfiorate per quasi un anno ma non ancora viste: eppure conosci la mia voce, sai dei miei ritmi di sonno e veglia, conosci i miei gusti nel mangiare, la musica che ascolto.

Anche io ho intuito delle cose di te: sono quasi sicura tu sia buona e paziente. Tranquilla non ti piace importi, forse sei un’osservatrice attenta. Chissà se manterrai queste caratteristiche o il contatto con il mondo ti corromperà.

Quest’ultimo mese è duro, sono stanca di aspettare. Eppure, già in questo piccolo braccio di ferro tra noi due, tra la mia impazienza e la tua calma, verifico che potrò guidarti ma non impormi, che tu sei cosa diversa da me.

Imparo che la reale meraviglia di mettere al mondo un figlio è scoprire di aver generato non un piccolo “sè stesso” ma un “altro da noi”

Io sono qui che aspetto: curiosa, tesa, felice, preoccupata e ignara davanti a questa enorme sfida che dura una vita intera.

Questi sono i pensieri che ti dedica la tua mamma che ti aspetta.

J.

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