Nel mezzo del cammin della mia vita mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita…
Il senso di smarrimento non mi preoccupa, considerando che il mio mentore Pessoa sosteneva che “un uomo non è meno perduto solo perchè procede dritto”. Ciò che mi procura un certo senso di inquietudine è la mancanza di indicazioni su come uscire dalla pur stimolante selva oscura.
Perdendo il lavoro ho perso la certezza del prima e mi si para davanti la possibilità di cambiare vita, di sviluppare un piano B, di mettere a frutto le mie vere passioni, eppure, se mi si chiede cosa voglio fare, la mia mente è tabula rasa. Alcune cosucce le so fare dignitosamente: pensare, parlare, scrivere. Ho un attento spirito di osservazione, mi piace leggere. Eppure mi chiedo ” Cosa, cosa so fare?”. Come si traduce questo gigantesco blob di idee in un qualcosa che abbia senso anche per gli altri, e possibilmente sia anche remunerato?
Mi piacerebbe saper materialmente attaccare un bottone, saper fare qualcosa di tangibile, piuttosto che perdermi in un mare di speranze e sogni che partono da una mia spinta interiore, dalla mia ghianda di Hillman, ma che non mi fanno luce attraverso la selva di idee. Al contrario, mi ci fanno piombare ancora più in fondo.
Come Jo sono chiusa in soffitta a scrivere romanzi che forse non verranno letti, una piccola donna che deve crescere…però ho quasi quarant’anni e la vita, e le sue incombenze, sono alla porta.
Ho perso la diritta via e mi piacerebbe che il caos presente me ne indicasse una nuova, che sia pure contorta o difficoltosa, ma sia mia.
J.
